"L'altra gente ha figli normali, noi abbiamo uno schifo come te".
"Ti auguro un tumore, sei la rovina della famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica".
"Sei uno schifo...altro..."L'altra gente ha figli normali, noi abbiamo uno schifo come te".
"Ti auguro un tumore, sei la rovina della famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica".
"Sei uno schifo, lesbica, se ti vedo t'ammazzo".
Malika ha 22 anni, è originaria di Castelfiorentino. Quelli che leggete, invece, sono solo alcuni dei messaggi che sua madre ha pensato di inviarle alcuni mesi fa e che, oggi, sono stati diffusi su Fanpage.it.
Perché Malika è lesbica, ha una ragazza e, a inizio gennaio, dopo aver deciso di fare coming out, è stata cacciata di casa dai suoi genitori e da suo fratello.
Aveva deciso di raccontarsi con una lettera, di parlare alle persone a lei più care del suo amore per un'altra ragazza, dando finalmente forma ai suoi pensieri e alle sue emozioni.
La risposta della madre è arrivata poco dopo, attraverso una serie di note vocali su Whatsapp: Malika è stata insultata, minacciata di morte e, infine, cacciata di casa.
Da quel giorno, la sua vita è stata stravolta.
Suo fratello, l'unico che avrebbe potuto darle sostegno, ha minacciato di tagliarle la gola.
I suoi genitori, per impedirle di rientrare, hanno cambiato la serratura dell'abitazione. E quando lei, in compagnia dei Carabinieri, si è presentata lì per riavere indietro quantomeno i suoi vestiti, la madre ha risposto così agli agenti: "Io non so chi sia questa persona".
Ecco, da ormai diversi mesi, nella Commissione Giustizia del Senato, Lega e Fratelli d'Italia tengono bloccata la legge Zan contro l'omotransfobia. Una legge che, oltre a inasprire le pene per l'istigazione all'odio e alla violenza, ha tra i suoi meriti quello di finanziare, con 4 milioni di euro all'anno, i centri anti-violenza per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, vitto e alloggio a favore delle vittime dei reati di odio e discriminazione.
Lo dicano a Malika, che la legge Zan non è una priorità.