A dir la verità, la creazione di un’Agenzia delle Uscite non è un’idea inedita poichè era già stata oggetto di un disegno di legge, depositato al Senato nel giugno 2012 (già quasi 10 anni fa!...altro...A dir la verità, la creazione di un’Agenzia delle Uscite non è un’idea inedita poichè era già stata oggetto di un disegno di legge, depositato al Senato nel giugno 2012 (già quasi 10 anni fa!) da parte di 4 Senatori, che attribuiva al Governo la delega per la relativa istituzione, raccogliendo la proposta lanciata nei precedenti mesi dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commerciali e da un sito specializzato.
L’allora analisi di alcuni dati aveva evidenziato lo squilibrio tra la lotta all’evasione fiscale e il contrasto alla corruzione e, soprattutto, agli sprechi della Pubblica Amministrazione, con l'evidenza della necessità di una struttura con poteri investigativi, accertativi e sanzionatori sulla spesa pubblica comparabili a quelli dell’Agenzia delle Entrate sul fronte della lotta all’evasione fiscale.
Dal giugno 2012, quando il primo firmatario del ddl auspicava di creare le condizioni politiche in Parlamento e con l’allora Governo affinché la proposta non rimasse un puro esercizio di testimonianza (come invece è rimasto!), la politica ci ha inebriati con la spending review (a proposito, il dossier completo commissionato dal Governo Italiano al prof. Cottarelli dove si può trovare? E non parlo delle semplici slide!), termine roboante in quanto lessico anglofono, ma che in realtà distoglie l’attenzione sul vero problema: il nostro Paese deve ricercare l’efficientamento della spesa pubblica (e l’anno scorso i casi di sprechi sono stati numerosi), ), non la sua semplice e indiscriminata riduzione!
Come già suggerito da qualcuno nel dicembre 2011, una prima soluzione potrebbe essere quella di trasformare il compito e i poteri della Corte dei Conti, attribuendole le stesse risorse e, soprattutto, gli stessi poteri dell’Agenzia delle Entrate, e il cui costo (stimato in circa € 3 miliardi considerando la trasformazione della giustizia contabile in un’efficace struttura ramificata nel territorio e campagne pubblicitarie contro la corruzione e gli sprechi) potrebbe essere affrontata con le risorse del Recovery Plan (tali fondi sono legati alle riforme che il nostro Paese avrebbe dovuto realizzare da decenni, senza dimenticare che la maggiori critiche dei Paesi c.d. frugali all'Italia riguardano proprio la “capacità” italica di “dissipare” i finanziamenti senza ottenere risultati tangibili).
Prima di arrivare alla trasformazione della Corte dei Conti in Agenzia delle Uscite, si potrebbero introdurre diversi strumenti, tra cui uno semplice, omologo di quello utilizzato dall’Amministrazione Finanziaria e cioè lo spesometro: come suggerito nel 2011, si potrebbe introdurre lo “sprecometro” finalizzato a stimare le risorse pubbliche dissipate da ciascun centro di spesa pubblica, con inversione della prova in capo alla struttura, con le dovute cautele.
Nel periodo 2010-2019 il gettito derivante da tasse e contributi è passato dai € 573,3 miliardi del 2010 ai € 707,6 miliardi nel 2019, con una crescita pari al +23,4%, mentre il Pil nominale è incrementato dell’11%, meno della metà del gettito: se lo Stato pretende che tutti paghino le tasse, perché i cittadini non possono pretendere che tali risorse siano spese al meglio, magari con un effetto leva sul PIL, e che siano tagliati i costi improduttivi?
Più di 40 anni fa, Ronald Reagan, con la celebre frase “affamare la bestia”, richiamò l'attenzione sulla necessità di privare lo stato di risorse extra per "annaffiare" sé stesso: l’Italia non ha mai considerato quella lezione, nonostante le buone intenzioni dei 4 Senatori firmatari del ddl sulla Agenzia delle Uscite!
Che sia la volta buona con un autorevole e preparato Presidente del Consiglio quale Mario Draghi?